mercoledì 2 novembre 2011

28 OTTOBRE 2011



Anniversario della Marcia su Roma a Milano (rescoconto 2011)

Anche quest’anno, la comunità militante della destra milanese, su iniziativa della titolata e benemerita Associazione Nazionale Arditi d’Italia, ha festeggiato l’Anniversario della Marcia su Roma ed onorato Benito Mussolini ed i Martiri della Rivoluzione Fascista.

Presenti, in rappresentanza del Presidente Nazionale, Pierpaolo Silvestri, impedito a partecipare, il Capitano Francesco Lauri ed il Caporale Leonardo Romano, Segretario della Reparto Milanese ANAI, dedicato al Comandante Ampelio Spadoni. La serata è iniziata con il doveroso ricordo dei Camerati Caduti, in particolare del Comandante Mario Bordogna (Presidente Nazionale della Associazione Combattenti della Decima Flottiglia Mas, già aiutante del Principe Junio Valerio Borghese), recentemente scomparso, e la lettura della preghiera degli Arditi.
La serata è stata contraddistinta, come sempre, nella nostra migliore tradizione, da canti e brindisi patriottici, sana goliardia ed animate discussioni politiche. Protagonisti assoluti della bella serata sono stati due “giovani arditi” Combattenti Volontari della Repubblica Sociale Italiana, esempio di coerenza ideale e cameratesca vitalità: Armando Santoro (Volontario della Legione Autonoma Ettore Muti, Presidente della Unione Nazionale Combattenti della RSI) e Sergio Spinelli (Volontario nelle Fiamme Bianche della RSI, storico consigliere di zona, missino, a Milano). Presenti, come sempre, la Contessa Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo, Roberto Jonghi Lavarini, Maurizio Mariano e lo storico Pierangelo Pavesi che ha invitato tutti a “serrare i ranghi ed a tenere accesa la fiamma ideale”, salvando il patrimonio storico e morale delle nostre gloriose associazioni combattentistiche e d’arma. L’ambizioso progetto è quello di riunire le tre sigle ufficiali del “nostro” combattentismo (ANAI, UNC-RSI e AC-XMAS) in una sola sede, coordinandone le attività, magari attraverso una apposita fondazione.

Gli “irriducibili della staffa” (il Capitano, il Barone Nero, il Falco, Marco Pipe Bianche e Mauro di Inveruno), dopo avere incontrato, in un pub, prima un gruppo di giovani e bravi militanti del Nucleo Tommaso Marinetti (reduci da un attacchinaggio) e poi un vecchio consigliere comunale missino della Provincia di Milano, hanno lanciato l’ultimo brindisi “rivoluzionario”, alle ore 3.30 del mattino seguente. Esagerati? All'apparenza può anche sembrare ma, al di là dell'aspetto prettamente goliardico, per un vero patriota, il XXVIII OTTOBRE è una festa "sacra" dal profondo valore simbolico, un momento comunitario di passaggio del testimone ideale alle nuove generazioni, di collegamento spirituale con i camerati che ci hanno preceduto, di ricordo e ringraziamento di tutti i nostri caduti. Nel 1922, con la sconfitta del caos e della sovversione, è nata una nuova era, quella fascista e, da allora, ogni anno, per la nostra comunità umana e politica, la fine del mese di ottobre segna la conferma di una fede e l'inizio di un nuovo impegno.

lunedì 24 ottobre 2011

Marine Le Pen a Milano: una "Fiamma" di speranza per l'Europa!



Venerdì scorso, Palazzo Mezzanotte (sede della Borsa di Milano e splendido esempio di architettura fascista) ha ospitato un grande evento politico internazionale, ovvero la doppia intervista, realizzata da Vittorio Feltri (de Il Giornale), all'On. Daniela Santanchè (Sottosegretario del Governo guidato da Silvio Berlusconi, Segretaria Nazionale del Movimento per l’Italia e Dirigente Nazionale del Popolo della Libertà) e l'On. Marine Le Pen (figlia ed erede politica di Jan Marie Le Pen, Segretaria del Front National francese, eurodeputata e prossima candidata alle elezioni presidenziali). L’eccezionale evento (a porte chiuse e riservato alla stampa, per motivi di opportunità politica e sicurezza) è stato organizzato dalla Associazione Vox Populi di Roberto Perticone e dalla Fondazione Radici Europee di Diego Zarneri. Alla iniziativa ha subito aderito, con entusiasmo, Roberto Jonghi Lavarini, da sempre “lepenista” convinto, da quando, tra la fine degli anni ’80 e gli inizi dei ’90, come Dirigente e poi Segretario Provinciale del Fronte della Gioventù di Milano, tramite lo storico eurodeputato missino “romualdiano”, On. Franco Petronio (vice-presidente delle Destre Europee), ha incominciato a tessere rapporti politici e personali con gli esponenti dei movimenti nazionalisti ed anticomunisti europei e mondiali.

Il promotore, Roberto Perticone (noto esponente della destra sociale lombarda, già dirigente missino, poi di AN, ex Segretario Regionale de La Destra di Francesco Storace, esperto di Ezra Pound e di relazioni internazionali, amico personale della famiglia Le Pen), in realtà, prima, aveva proposto la sua iniziativa ad altri esponenti politici nazionali del PDL provenienti dal MSI ma nessuno di questi ha avuto i necessari “attributi” per accettare questa sfida, a differenza di Daniela Santanchè che, avrà pure i suoi difetti, ma, certamente, non manca di coraggio, fregandosene altamente di perbenisti e benpensanti. Prima di lei, solo l'eurodeputato leghista, On. Mario Borghezio, aveva avuto il coraggio politico di esporsi con il Fronte Nazionale. Purtroppo, gli ex misini, pieni di complessi di colpa e di inferiorità, giunti ai vertici del potere, salvo rare eccezioni, sono diventati i più ligi interpreti del “politicamente corretto”, e, in questo caso, hanno temuto di essere etichettati come lepenisti, “estremisti e razzisti”.

Grazie, dunque, a Daniela Santanchè, che ha fatto sua questa proposta, oltre che per farsi pubblicità personale, anche e soprattutto per far conoscere (quindi implicitamente “sdoganare”, legittimare e sostenere) il Fronte di Marine Le Pen, candidata all’Eliseo, per la vera destra nazional-popolare, in contrapposizione a Nicolas Sarkozy. Marine Le Pen ha dimostrato di avere il carisma e la determinazione del padre, una notevole dose di simpatia ed autoironia, grande fascino femminile e, soprattutto, idee chiare sul presente e sul futuro della Francia e dell’Europa. La vera contrapposizione politica è, secondo la leader della destra radicale francese, fra i veri patrioti (sociali ed identitari) ed il mondialismo (capitalista e liberal-socialista), fra l’Europa cristiana dei popoli e delle nazioni ("dei castelli e della cattedrali") e quella dei banchieri e dei burocrati, fra l’autodeterminazione dei popoli e l’imperialismo della finanza internazionale che (come ad esempio in Libia) con la scusa della democrazia, è interessato solo al petrolio ed allo sfruttamento delle ricchezze altrui. Da questa analisi le proposte del Fronte sul blocco totale della immigrazione extraeuropea, sulla revisione della moneta unica e sulla costruzione di una Europa Nazione, politicamente e militarmente forte, libera ed indipendente dagli interessi USA. Il nuovo Fronte Nazionale è si moderato nella forma e moderno nell’estetica ma ribadisce tutta la sua potente tradizione valoriale e controrivoluzionaria. Quanto espresso nel corso dell'intervista è tutto contenuto nel libro autobiografico e programmatico di Marine Le Pen, "Controcorrente", in Italia edito dalle edizioni de Il Borghese, con la prefazione del giornalista di destra Fabio Torriero.

All’incontro, oltre a decine di giornalisti, erano presenti anche alcuni, selezionati esponenti politici, forniti di invito numerato e nominale, fra questi: Attilio Carelli (Dirigente Nazionale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, guidato da Luca Romagnoli, unico movimento politico italiano ufficialmente alleato del Front National), Generoso Melorio, Massimo Parise e Valeria Valido (dirigenti del Movimento per l’Italia), Franco Seminara (del sindacato nazionale Unione Generale del Lavoro), Francesco Filippo Marotta e Mario Mazzocchi Palmieri (del comitato Destra per Milano), Flavio Nucci (del movimento Destrafuturo), Carlo Lasi (segretario del movimento Patria Sociale), il Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca (presidente del Centro Studi Europa 2000) e storici militanti della destra milanese come Remo Casagrande e la contessa Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo (una delle promotrici della "maggioranza silenziosa").

martedì 11 ottobre 2011

XXVIII OTTOBRE 2011 a Milano



Associazione Nazionale Arditi d’Italia
Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana
Associazione Combattenti della Decima Flottiglia Mas

XXVIII OTTOBRE – MARCIA SU ROMA

GIOVEDI 27 OTTOBRE 2011 – ORE 20.00
Ristorante Marvi in Via Giampietrino 1 a Milano
(ang. Via Lambruschini, Zona Bovisa, Università-Triennale)

Tradizionale incontro conviviale dei Camerati milanesi:
rancio cameratesco, canti e brindisi, interventi degli ex Combattenti della RSI, saluto delle autorità presenti, libraria a cura dello Spazio Ritter di Milano (www.ritteredizioni.com).

Aderiscono: il Comitato Destra per Milano, la Federazione Provinciale della Fiamma Tricolore - Destra Sociale ed il Movimento Patria Sociale.

La quota di partecipazione è di 30,00 €. La Prenotazione è obbligatoria.
Adesioni ed informazioni: arditi.anai@libero.it – 3339754231

martedì 12 luglio 2011

Milano: il "Fronte della Tradizione" rende Onore ad Otto d'Asburgo



Ieri, a Milano, nella antica Chiesa di San Sigismondo, con una Santa Messa tradizionale in latino, il "Fronte della Tradizione" ha ricordato ed onorato Sua Altezza Imperial-Regia Apostolica l'ArciDuca Otto d'Asburgo Lorena.

Erano presenti (riconoscibili nella foto, da sinistra): Cav. SAVERIO GRANCAGNOLO (Presidente del Circolo Reale Carlo Alberto), il Nob.Cav.Dott. ROBERTO JONGHI LAVARINI von Urnavas (Delegato per l'Italia della Walser Uradel Kulturverein), l'On. MARIO BORGHEZIO (Eurodeputato della Lega Nord e Presidente della Fondazione Europa dei Popoli), l'Avv. BENEDETTO TUSA (Presidente di PanEuropa Italia e del Circolo La Rocca), il Nob.Cav.Dott. DIEGO MARTINO ZOIA (Presidente della Fondazione Cajetanus e del Circolo del Regno Lombardo-Veneto, organizzatore dell'evento), ATTILIO CARELLI (Dirigente Nazionale e Segretario Regionale della Fiamma Tricolore della Lombardia), il Nob. Cav. di Gran Croce SANDRO PIERATO (Membro della Consulta dei Senatori del Regno, in rappresentanza ufficiale degli Ordini Dinastici di Casa Savoia), il Nob.Cav. LUIGI MASTROIANNI (Delegato Regionale della Lombardia dell'istituto Nazionale per la Guardi d'Onore al Pantheon).

Presenti alla cerimonia (ma non nella foto) anche: MASSIMILIANO BASTONI (Consigliere Comunale della Lega Nord di Milano), i Conti GIUSEPPE ed ELENA MANZONI di Chiosca e Poggiolo, il Marchese ENRICO GIULIANO di Sant'Andrea, il Nob.Cav. ANDREA BOEZIO BERTINOTTI ALLIATA, il Cav.Dott. FLAVIO NUCCI (in rappresentanza del movimento Destrafuturo del Popolo della Libertà), il Cav.Uff. FEDERICO PIZZI ed il Cav. ALBERTO DI MARIA della Associazione Internazionale Cavalieri deglio Ordini Dinastici di Casa Savoia (AICODS), i giovani gentiluomini FEDERICO SAGRAMOSO e GIOVANNI VISCONTI, l'Arch. LEONARDA PANSERA (nota araldista).

lunedì 11 luglio 2011

Il "Fronte della Tradizione" allo Spazio Ritter di Milano


Venerdì scorso, allo Spazio Ritter di Milano, si è riunito il "Fronte della Tradizione", erano presenti: (nella foto, da sinistra):

- ATTILIO CARELLI
(Dirigente Nazionale e Segretario Regionale della Fiamma Tricolore della Lombardia, storico esponente della destra missina),

- FRANCESCO FILIPPO "Franz" MAROTTA
(Dirigente del Movimento Destrafuturo e del Comitato Destra per Milano, collaboratore della rivista e del Centro Studi Polaris),

- il "Barone Nero" Nob. Cav. Dott. ROBERTO JONGHI LAVARINI Von Urnavas
(Presidente del Comitato Destra per Milano, vice Presidente del Centro Studi Storici e Politici Intenazionali Patria e Libertà, Dirigente del Movimento Destrafuturo, Membro della Società Genealogica Italiana),

- il Nob. Cav. Dott. DIEGO MARTINO ZOIA dei Puschina
(Presidente della Fondazione Cajetanus, Presidente del Circolo del Regno Lombardo-Veneto, Capogruppo della Lega Nord nel Comune di Inveruno, Avvocato del Tribunale Ecclesiastico Regionale Lombardo),

- il Dott. FRANCESCO "Doppio Malto" CAPPUCCIO
(giornalista e insegante, Presidente del Centro Letterario Ritter, già Portavoce di Cuore Nero e Casa Pound Lombardia),

- il Conte Cav. Gran Croce Dott. Prof. FERNANDO CROCIANI BAGLIONI di Serravalle di Norcia
(Presidente del Centro Studi Patria e Libertà, Presidente del Centro Studi sugli Ordini Cavallereschi, Presidente del Centro Studi Pio IX, Membro del Collegio Araldico di Roma e della Società Genealogica Italiana),

- la Contessa Donna ELENA MANZONI di Chiosca e Poggiolo
(Preside della Confraternita di San Jacopo di Compostela della Lombardia, mamma di "Pippa Bacca" e sorella del maestro artista Piero Manzoni),

- il Comandante ARMANDO SANTORO
(Presidente della Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana di Milano e Dirigente della Associazione Nazionale Arditi d'Italia, già Ardito Volontario nella Legione Autonoma Ettore Muti della RSI),

- il Dott. LUCIANO GARIBALDI
(giornalista, storico e scrittore, esponente della destra monarchica).

------------------------------------


“ Brioches ( e gelato ) al popolo ! “

- L’aristicrazia del terzo millennio -


A termine dell’evento milanese “Brioches al Popolo,”organizzato da Patria e Libertà e Destra per Milano, che ha visto la partecipazione attiva di moltissime personalità del mondo aristocratico e di Destra. L’unicità e la perseveranza in valori mai mitigati, mai dimenticati , determinanti nella condotta e nello stile di vita, hanno come esempio lo stoicismo aristocratico alle soglie del terzo millennio.

Chiude oggi l’incontro aperto al pubblico dal titolo “ Brioches al Popolo”. che ha avuto come protagonista il Conte prof. Fernando Crociati Baglioni, Presidente del Centro Studi Storici Politici Patria e Libertà. Pur non avendo avuto dalla sua una tempistica adeguata per approfondire ogni sfaccettatura riguardante la rilevante tematica, l’Aristocrazia del Terzo Millennio, con rinnovata intensità e passione e’ comunque riuscito ad affrontare l’argomento con notevole capacità di analisi e sintesi. Virtù accentuate dall’ottima scelta come moderatore di Francesco Cappuccio del circolo Letterario Ritter sede dove ha avuto luogo l’evento. La “provocazione Brioches al Popolo” non e’ casuale. Formula semi-seria, pungolo ironico verso quel clima culturale, retrogrado e ideologicamente forviante che caratterizza tutt’ora l’universo di sinistra. Il prof. Crociani , nell’esposizione dettagliata delle problematiche inerenti ad una conformità di idee ed intenti in tal senso, ha espresso la propria totale fiducia nel comune impegno contro ogni sorta di scontro politico d’antan. Crociani Baglioni e’ più volte intervenuto a sollecitare con fermezza la cultura come stile di vita del proprio tempo, scevra da ogni forma di dietrologia allarmante. Una concettualità che con face alle nuove e alle vecchie generazioni aristocratiche: interfaccia meta-fisico, meta-storico, identitario e funzionale all’operosità degli uomini della Tradizione sempre più orientati all’unico bipolarismo politico-istituzionale. Fra una brioches al gelato e un bicchiere di sangria non e’ certo venuta a mancare la fluidità del dialogo, favorito dall’ottima intesa tra relatore e moderatore. Spaziando dalle argomentazioni di carattere nazionale ed internazionale, accentuando il rapporto con le vecchie aristocrazie islamiche in merito all’attuale situazione del mondo arabo, rammentandone l’importanza, il nostro antico essere mediterranei, europei, dal forte richiamo organizzativo e di identità. Sia Crociani Baglioni, sia Cappuccio, hanno messo in risalto l’unicità del concetto aristocratico evoliano, attribuendone tutte quelle peculiarità dello stato, passate e presenti, fondanti della democrazia organica. Coscienza dell’unità d’Italia nel suo 150esimo anniversario; disquisendo sulla correlazione tra le due diversificate monarchie Savoia e Borbone. Quest’ultima, dalla volontà , oggettivamente, poco incline allo sforzo congiunto per costruire l’Italia Unita. Valore dell’aristocrazia per eccellenza, accentuato dall’eroismo, a cavallo delle due guerre mondiali, esempio di immensa prova epica di appartenenza italica. Molteplici gli interventi di personalità di spicco del mondo accademico, nobiliare, politico e giovanile. Testimonianza di valori mai sopiti, capaci di indurre sconcerto all’interno delle multiformi realtà di “sinistra memoria.” Il maggior elemento identificativo viene dalla rivolta di Plaza del Sol a Madrid contro il governo Zapatero. Tumulto di popolo contro l’ambiguo governo spagnolo, testimonianza del sacrificio contro le difficoltà della vita alimentate da quest’ultimo, della scesa in piazza della vera Destra spagnola al fianco di chi pur non avendo, etimologicamente nessuna vicinanza al percorso aristocratico e di destra, pur di riaffermare la legalità dell’essere in primis spagnoli, destandosi dall’inadeguatezza e decadenza della classe politica spagnola. Infine, e’ stato osservato un minuto di silenzio in ricordo e alla memoria di Sua Maestà Imperiale e Reale Apostolica Ottone D’Asburgo, figlio dell’ultimo Imperatore d’Austria - Ungheria Carlo I. La commozione ha lasciato il passo alla fierezza, alla coscienza, distinta, corale, dell’eredità e dell’insegnamento del compianto Otto d’Asburgo.

Ringraziamo tutti i presenti intervenuti alla magnifica serata. Certi di aver fatto comprendere tutti quei valori che fanno parte della nostra vita. Certi di aver fatto conoscere anche se in minima parte e ci auguriamo in futuro in maniera più approfondita, una significativa pagina di storia e cultura millenaria europea.

Resoconto a cura di Francesco Filippo Marotta.

----------------------------------------------

Prima considerazione inattuale: recuperare il giusto concetto di "aristocrazia"
di Francesco Lamendola

La parola greca aristokratía non significa, come alcuni pensano, "governo dei nobili" (in senso ereditario), bensì, semplicemente, "governo dei migliori": deriva, infatti, dal sostantivo áristos, "il migliore", e dal verbo kratéo, "io domino". Per gli antichi, a cominciare da Platone, l'idea che la società dovesse essere governata dalle persone migliori era talmente ovvia, da non meritare neppure una particolare spiegazione. Ma poi, con la Rivoluzione francese, la parola "aristocrazia" è diventata impronunciabile e, ancora oggi, suona poco meno che come una parolaccia. Se vi vuole evidenziare l'atteggiamento antipatico, pretenzioso e sforzatamente ricercato di qualcuno, gli si affibbia l'epiteto di "aristocratico", e quello può considerarsi marchiato a fuoco per sempre.

Eppure, se andiamo a consultare un vocabolario della lingua italiana - per esempio, lo Zingarelli - non tardiamo ad accorgerci che esiste almeno un significato della parola "aristocrazia", che non è né quello di designare il governo esercitato da un particolare ceto, né, tanto meno, quello di designare la classe dei nobili in quanto tale; ma che indica, semplicemente, "il complesso delle persone meglio qualificate per svolgere una determinata attività".

Altro che parolaccia: questo è puro buon senso. Eppure ci siamo allontanati da ciò che è evidente, abbiamo smarrito il buon senso, rincorrendo affannosamente parole d'ordine populiste e demagogiche: e il risultato è stato una aristocrazia alla rovescia, una prevalenza dei peggiori, ossia dei più incompetenti, fannulloni e presuntuosi.

Predicando un egualitarismo irresponsabile e cialtrone, abbiamo scatenato gli istinti peggiori insiti nella natura umana: l'invidia verso chi è migliore, il rancore contro chi vale di più, l'odio per ciò che emerge in virtù dei propri giusti meriti. C'è stato, e prosegue tuttora, un linciaggio morale delle persone di valore: linciaggio che incomincia fin dai banchi di scuola, ove lo studente più intelligente e volonteroso è etichettato come "sgobbone", "secchione" e via dicendo, e additato al disprezzo dei compagni.

Pervasa da un sinistro, demoniaco bisogno di irridere il bene e pascersi dello spettacolo offerto dal male, la società moderna ha scoperto che scandalizzare il prossimo è una bella cosa e che, per riuscirci, la strada più sicura da battere è quella di una esaltazione sistematica delle qualità umane peggiori e una denigrazione, altrettanto sistematica, delle migliori (cfr. il nostro precedente articolo Dobbiamo reimparare a indignarci davanti ai seminatori di scandali, sempre sul sito di Arianna Editrice).

Siamo arrivati, così, all'assurdo che non solo i peggiori occupano posti di responsabilità, mentre i migliori, spesso, vengono misconosciuti ed emarginati; ma, addirittura, che tale pratica distruttiva viene eretta al valore di principio e di norma, ed è proclamata ai quattro venti come il nuovo Vangelo della modernità.

Ciò che ha reso intollerabile, storicamente, il predominio dell'aristocrazia come classe sociale, è stata la sua evidente inadeguatezza a svolgere il proprio compito di classe dirigente: non a caso Foscolo, nel carme Dei sepolcri, descrive i nobili del suo tempo come dei morti viventi, preoccupati solo di soddisfare le proprie mollezze. Ma una aristocrazia dello spirito, una aristocrazia delle responsabilità e delle competenze, è necessaria a qualunque società voglia conservare un certo grado di ordine e di efficienza e, soprattutto, di tensione spirituale e di rispetto per se stessa. Una società come la nostra, dove anche di fronte ai fallimenti più clamorosi non si trova mai qualcuno disposto ad assumersi le proprie responsabilità; una società dove i Bassolino se ne vanno solo se la magistratura li mette sotto inchiesta, e non perché le montagne di spazzatura inevasa stiano lì a testimoniare la gestione disastrosa della cosa pubblica, è una società priva di ogni dignità e basata su una aristocrazia alla rovescia, su un "governo dei peggiori".

Sostiene Platone nel primo libro de La Repubblica (traduzione di Francesco Gabrieli, Firenze, Sansoni Editore, 1950; 1990, pp. 29-30):


""Dunque, o Trasimaco, non è ormai chiaro che nessun'arte o governo procura ciò che è utile a sé, , ma, come dicevamo da un pezzo, procura e prescrive l'utile dei sottoposti, cercando quindi il vantaggio di chi è inferiore e non di chi è superiore. Appunto per questo, caro Trasimaco, io ho detto poco fa che nessuno volontariamente governa e si pone a raddrizzare gli affari degli altri, ma richiede una mercede, per il fatto che chi si propone di ben esercitare la sua arte, non fa mai né prescrive il suo meglio, quando prescrive secondo l'arte, ma quello del sottoposto. Per questa ragione, come pare, coloro che accondiscendono a governare devono avere una mercede, o ricchezze o onori, o una pena se non governano".

""Che cosa intendi dire, o Socrate?- domandò Glaucone. - Perché quelle due rimunerazioni le conosco, ma non comprendo invece la pena che dici e di cui parli come fungesse da mercede".

""Non comprendi allora, dissi, la ricompensa dei migliori, per cui i più valenti governano quando consentono a governare. Non sai dunque che l'amore degli onori e della ricchezza sono ritenuti e sono effettivamente biasimevoli?"

""Certo",disse.

""Perciò allora né per ricchezze né per onori i buoni vogliono governare: infatti non vogliono né apertamente richiedere una mercede per la loro attività, perché non li dicano mercenari, e neppure prenderla essi stessi di nascosto, giovandosi della carica, perché non li diano ladri; e neppure, ancora, si lasceranno allettare dagli onori, perché non ne sono cupidi. Bisogna allora che essi, se accettano di governare, si prospettino una necessità e una pena: per cui l'andar al governo volontariamente e non sottostare a una necessità rischia di esser giudicata una cosa turpe. Ora, massima pena, se uno non voglia governare lui stesso, è l'esser governato da uno moralmente da uno inferiore: per questo timore mi pare che governi, quando governa, la gente di qualità, e allora va al potere considerandolo non cosa buona o in cui possa trovar vantaggi, ma come una necessità, e non potendo affidarlo a dei migliori o uguali. Per cui, se esistesse una città di persone valenti, c'è rischio che in essa si gareggi per non governare, come attualmente si gareggia per governare: e così si può veder chiaramente che un capo vero e genuino non è fatto per cercare il proprio utile, bensì quello dei governati. Di modo che chiunque si rendesse conto di questo preferirebbe ricevere utilità da altri piuttosto che ave seccature procurandola ad altri. Che dunque il giusto sia l'utile di chi è superiore, io non lo concedo in nessun modo a Trasimaco".
Dal brano di Platone emerge chiaramente il concetto che assumersi la responsabilità di svolgere una funzione dirigente è non tanto un diritto, ma un dovere morale cui i migliori non possono sottrarsi, pena il fatto di lasciare se stessi, e l'intera società, in balia dei peggiori. I migliori, cioè, non desiderano affatto il potere per i vantaggi che potrebbero trarne, ma esclusivamente per i vantaggi che essi possono procurare agli altri; così come il bravo medico non esercita la medicina per giovare a se steso, ma per giovare ai malati che sono affidati alle sue cure.

Ora, lo stesso tipo di ragionamento si può estendere dalla sfera della politica a quello di qualsiasi altra attività umana. In ogni attività umana, infatti, vi sono due modi di procedere: quello di chi, essendo competente, persegue il bene degli altri, ai quali tale attività è diretta; e quello di coloro che, essendo incompetenti, ma avidi e ambiziosi, sfruttano le posizioni occupate per cercare il massimo del profitto egoistico, infischiandosene bellamente del bene comune. E ciò vale non solamente per quanti occupano posti direttivi - sebbene, in tali casi, gli effetti negativi siano più evidenti e più dannosi -, ma in genere per tutti coloro che vivono in società e che esercitano una attività qualsiasi o una funzione qualsiasi: a partire dalla micro-società fondamentale, sulla quale si regge l'intera comunità, che è la famiglia.

Esercitare male la propria attività e la propria funzione, nel lavoro così come nella vita privata, significa dare continuamente scandalo, nel senso di dare continuamente un cattivo esempio, specialmente ai bambini e ai giovani. Ad esempio, sfruttare delle leggi - forse un po' troppo preoccupate di difendere a ogni costo i posti di lavoro e troppo poco interessate a difendere il bene comune -, per simulare malattie inesistenti o per poltrire, invece di svolgere degnamente i propri compiti, per i quali si riceve un salario o uno stipendio, significa danneggiare doppiamente la società: sprecando risorse materiali e dando un pessimo esempio sul piano morale.

Ecco allora che l'invito rivolto da Platone ai migliori, perché escano dal proprio comodo quieto vivere e si facciano carico di assumersi responsabilità pubbliche, appare per quello che effettivamente è: un sacrosanto incitamento a promuovere la parte altruista, seria e onesta della natura umana, affinché non prevalgano le tendenze peggiori: la pigrizia, l'egoismo, la superficialità, la furberia da quattro soldi.

Ma, si obietterà, chi sarà in grado di stabilire chi siano i migliori, perché essi possano svolgere, nella società quel ruolo utile e necessario, dal quale dipende, necessariamente, il suo buon funzionamento?

È certo una domanda legittima; ma, troppo spesso, viene strumentalizzata in mala fede, al fine di insinuare il dubbio che, non essendovi alcun criterio oggettivo di selezione dei migliori, ne consegue che il male minore, per la società, è quello di lasciare che "le cose vadano per il loro verso", ossia che si affermi chi vuole e chi può: anche se costui non possiede affatto i requisiti per aspirare ad un posto di responsabilità e se è mosso non dal senso del bene pubblico, ma dalla prospettiva di vantaggi personali.

In fondo, pensano i paladini un democraticismo e di un egualitarismo astratto e velleitario, è meglio che la società sia condotta dai mediocri, piuttosto che cada nelle mani di qualcuno che, con la scusa di essere "il migliore", aspiri al potere per creare una sorta di dittatura del merito. Poveri sciocchi, che non vedono come questa filosofia ha già consegnato la società in mano a una dittatura: la dittatura dei peggiori: dei più incompetenti, dei più cialtroni, dei più meschini. Ovunque, infatti, si assiste allo stesso meccanismo in azione, il meccanismo dell'invidia e del rancore: quando il sottotenente tormenta i soldati semplici per la stizza di non essere capitano; quando il professore fa la fronda contro il preside, perché vorrebbe essere al suo posto; quando il giornalista s'incattivisce contro tutti, perché ritiene di essere stato defraudato del posto di direttore del giornale, che, a suo parere, gli spettava; e via dicendo. E gli effetti di questa spirale perversa e distruttiva sono, purtroppo, sotto gli occhi di tutti.

Ovunque, chi occupa un posto inferiore odia chi sta al di sopra di lui e ne boicotta il lavoro, non perché ritiene che lo stia svolgendo male, ma perché gli brucia dovergli riconoscere una preminenza. Chi è inadempiente, lavativo e inefficiente, mobilita avvocati e sindacati per ripristinare i suoi "presunti" diritti, violati dalla sentenza iniqua, a suo dire, di qualche tribunale del lavoro; il dipendente pubblico, licenziato perché rubava il denaro degli utenti, mette a rumore mezzo mondo per farsi riassumere in servizio e pretende le scuse dell'amministrazione; il maestro o il professore pedofilo esige di rientrare in servizio con tutti gli onori e i risarcimenti del caso, oppure, in alternativa, che lo si mandi in pensione dopo averlo promosso; e così via. Di questo passo, non è certo motivo di meraviglia che tutto il meccanismo sociale risulti sempre più inceppato e screditato, sempre più deficitario, sempre più fallimentare. Gli onesti ed i seri devono fare buon viso, ogni giorno, alla incredibile sfrontatezza dei disonesti e dei manigoldi: e le leggi sembrano fatte apposta per tutelare i secondi, non certo i primi.

Non vogliamo, tuttavia, eludere la domanda circa il criterio con cui si dovrebbe stabilire quali siano i "migliori".

Precisiamo subito, intanto, che il concetto di "migliore" istituisce un comparativo di maggioranza: si è migliori rispetto a qualcun altro; non si è perfetti in assoluto.

Ciò premesso, ci sembra che i risultati dovrebbero parlare da soli, se noi avessimo ancora occhi capaci di vedere e orecchi capaci di udire. Chi svolge bene il proprio ruolo, grande o piccolo che sia, non passa inosservato; e così pure chi lo svolge male: a patto che la società non sia talmente traviata dai cattivi esempi e talmente frastornata da una demagogia chiassosa e triviale, da aver smarrito anche il grado più elementare di buon senso.

A volte, purtroppo, verrebbe da pensarlo.

Che altro bisogna pensare, ad esempio, davanti allo sconcio e drammatico spettacolo di migliaia di tonnellate di spazzatura, rimasta inevasa per anni ed anni nelle città e nei paesi della Campania, mentre però si assiste alla rielezione di quegli stessi amministratori e uomini politici che portano la responsabilità di una tale indecenza e che, fra parentesi, sono pagati profumatamente per prendere le decisioni utili e necessarie al pubblico bene?

E tuttavia, noi abbiamo sempre l'obbligo dell'ottimismo della volontà, per quanto la ragione ci inclinerebbe a un pessimismo radicale. A nulla giova, infatti, compiacersi del fatto che ogni cosa vada di male in peggio. È più utile un solo individuo il quale, nel suo piccolo ambito di vita e di lavoro, cerca di assolvere con amore, con scrupolo e passione ai propri doveri, che mille profeti di sventura, i quali null'altro sanno fare se non distribuire a piene mani, dall'altro della loro sterile "saggezza", un fatalismo che paralizza e scoraggia ogni slancio generoso, ogni desiderio di bene, e lascia le cose esattamente come stanno.

Non di simili intellettuali, imbelli e parolai, abbiamo bisogno; ma di persone umili e forti, pazienti e coraggiose al tempo stesso: che sappiano armarsi di una forza e di un coraggio che le assista, giorno per giorno, nelle piccole battaglie della vita, e, dal cui esito dipende la qualità dell'intero corpo sociale.

In altre parole, abbiamo bisogno di schiere sempre più numerose di persone serie e bene intenzionate: di aristocratici, appunto, nel senso etimologico della parola, che spargano intorno a sé il doppio beneficio della competenza e del buon esempio.


--------------------------------------------------------------------------------

Prima considerazione inattuale: recuperare il giusto concetto di "aristocrazia"
di Francesco Lamendola
fonte Arianna Editrice
inserito negli archivi di juliusevola.it il 20/05/2008
stampato dal sito www.juliusevola.it il 11/07/2011

venerdì 29 aprile 2011

Al Comune di Milano: Marco Clemente



AREA IDENTITARIA, AZIONE GIOVANI, DESTRA SOCIALE con MARCO CLEMENTE

giovedì 21 aprile 2011

Roberta CAPOTOSTI, Candidata in ZONA 2 a Milano



Carisssimi,

come certamente saprete il 15 e 16 maggio prossimi si voterà per il rinnovo del Consiglio Comunale di Milano e dei 9 Consigli Circoscrizionali, compreso quello della zona 2 (Monza, Padova, Palmanova, Greco, Gioia, Zara e Stazione Centrale), dove ho deciso di ricandidarmi come Consigliere e dove spero conoscerete qualcuno che vi risiede.

Ho 39 anni. Sono nata e cresciuta a Milano, in viale Monza. Condivido la mia casa e la mia vita con due meravigliosi “bambini pelosi”, Ciccio e Priscilla e svolgo, con passione, la professione di assistente parlamentare.

Mi occupo di politica fin da giovanissima, come militante del Movimento Sociale Italiano, dirigente provinciale del Fronte della Gioventù, dirigente nazionale del FUAN (l’organizzazione universitaria del MSI) e di Azione Giovani (l’organizzazione giovanile di AN). Ho aderito ad Alleanza Nazionale fin dalla sua costituzione, divenendone dirigente provinciale con delega alle pari opportunità e sono stata tra i soci fondatori dell’Associazione Culturale di Area, associazione che fa riferimento all’area della Destra Sociale, ideata dall’attuale Sindaco di Roma, on. Gianni Alemanno. Il mio percorso lineare, coerente e leale mi ha successivamente portato all’interno del Popolo della Libertà a ricoprire il ruolo di dirigente cittadino. Sono stata eletta al Consiglio di Zona 10 nel 1997 e, dopo la riforma delle circoscrizioni di Milano, al Consiglio di Zona 2 nel 1999 e nel 2006. Il particolare successo personale in termini di preferenze prese in quest’ultima competizione elettorale, mi ha permesso di andare a ricoprire il ruolo di capogruppo dell’allora Alleanza Nazionale e di Presidente della Commissione Cultura. Nel 2009 sono stata eletta alla Provincia di Milano dove, attualmente, ricopro il ruolo di Presidente della Commissione Sport, Tempo Libero, Politiche Giovanili ed Idroscalo. Dal 2010 faccio parte della Consulta Pari Opportunità dell’Unione Province d’Italia.

La domanda che immagino vi starate ponendo è: ma con tutte queste mansioni, dove lo troverà il tempo per occuparsi ancora della zona? Ormai da tanti anni sono abituata a convivere con un’agenda fitta di appuntamenti e di impegni che mi piace sempre onorare perché, per sentirmi a posto con la mia coscienza, ho bisogno di essere sempre in movimento e di contribuire in prima persona a concretizzare le idee che mi animano. La Politica, per come la intendo io e per come mi hanno insegnato a farla è, innanzitutto, servizio ad una comunità più ampia ed il Consiglio di Zona, fra le varie Istituzioni, è quella più vicina ai cittadini e permette, a chi ne diventa amministratore, di avere un contatto diretto con le persone e rappresenta un luogo di osservazione privilegiato nei confronti dei problemi da risolvere. Ci tengo, in ogni caso, ad evidenziarvi che, essendo già consigliere provinciale, eserciterei il ruolo di consigliere di zona totalmente a titolo gratuito. Una sorta di “militanza istituzionale”, concetto con il quale sono cresciuta e che da sempre mi anima. Non ho mai amato, infatti, chi fa politica per interesse personale, in modo autoreferenziale ed, anzi, credo fermamente nel merito acquisito sul campo, senza scorciatoie facili che, per mia natura, ho sempre rifiutato.

Nei cinque anni passati in Consiglio di Zona, oltre ad occuparmi di cultura, ho sempre cercato di seguire con cura e dedizione tutte le questioni relative al degrado ambientale e sociale, monitorando le questioni urbanistiche, divenendo un interlocutore affidabile e credibile per le varie associazioni presenti sul territorio, cercando di essere, in particolare, un punto di riferimento per quanti si occupano di volontariato, compreso quello sportivo, tutela degli animali, giovani, anziani, comitati di cittadini, tutela degli spazi di verde e messa in sicurezza delle aree di gioco per i bambini nei parchi e salvaguardia dei negozi di vicinato.

Per continuare a realizzare tutto quanto sopra espresso ed altro ancora ho bisogno di voi, del vostro aiuto, del vostro voto e di quanti conoscete che risiedono in zona 2.

Per qualsiasi necessità, informazione, approfondimento, consiglio mi potete contattare al numero 3346946250 o scrivere all’indirizzo di posta elettronica roberta.capotosti@virgilio.it.
Ringraziandovi per l’attenzione e la disponibilità, vi invio i miei migliori saluti.


Roberta Capotosti

venerdì 25 marzo 2011

Milano, 23 marzo 2011



Come ogni anni, anche quest'anno, mercoledì 23 marzo 2011, l'Associazione Nazionale Arditi d'Italia e la Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana, rappresentate dai due rispettivi Presidenti, Armando Santoro e Pierpaolo Sivestri, hanno reso omaggio, prima al Monumento ai Martiri della Rivoluzione Fascista del Cimitero Monumentale di Milano, dove sono sepolti gli squadristi milanesi caduti negli epici scontri contro le forze sovversive ed antinazionali, poi alla tomba del poeta-soldato Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Movimento Futurista. I brevi discorsi di rito, prima della chiamata del Presente, sono stati fatti dal bravissimo Vittoriano Peyrani. Alla cerimonia era presente Donna Monica Mussolini, vedova del Comandante Vittorio, figlio del Duce e Colonnello della Guardia Nazionale Repubblicana della RSI, accompagnata da Lorenzo Castello e Roberto Jonghi Lavarini. Sono intervenuti diversi ex Combattenti ed Ausiliarie e numerosi militanti politici del Comitato Destra per Milano, della Fiamma Tricolore e del Movimento Lealtà e Azione, oltre al Prof. Antonio La Bollita del Popolo della Libertà, Valerio Zinetti della Lega Nord e Vittorio Barberi, già vice Federale del MSI-DN di Milano.

martedì 22 marzo 2011

Nel segno della Tradizione



Roberto Jonghi Lavarini (al centro) insieme a Donna Monica MUSSOLINI, vedova del Comandante Vittorio, figlio del Duce e Colonnello della Guardia Nazionale Repubblicana della RSI.

lunedì 21 marzo 2011

150° Unità Nazionale - per l'Onore d'Italia

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/03/19/foto/i_simboli_fascisti_a_palazzo_marino-13830819/1/

http://www.ilgiornale.it/milano/in_piazza_labaro_decima_proteste_comunita_ebraica/20-03-2011/articolo-id=512608-page=0-comments=1

Grande successo della manifestazione patriottica organizzata, sabato a Milano, dal vice Presidente del Consiglio Comunale, Comm. Stefano Di Martino, Dirigente del Popolo della Libertà, alla quale hanno partecipato oltre quattrocento persone e numerose autorità civili, militari e religiose. Al mattino vi è stata una conferenza storica, presso la prestigiosa Sala Alessi di Palazzo Marino, con gli interessanti interventi del Cav. Dott. Federico Pizzi, giovane Presidente della Associazione Ragazzi del 99 (Casa Savoia ed il Risorgimento), del giornalista Marco Valle (La Nazione Armata), di Dario Macchi, giornalista, Paracadutista della Folgore e Presidente della Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia di Milano (Da El Alamein alle Missioni di Pace), dello storico Alberto Velati (La Grande Guerra) e del chiarissimo Prof. Massino De Leonardis, Ordinario di Storia delle Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica di Milano (L’Italia nella Nato).

Hanno portato il loro saluto: il Senatore Franco Servello (figura storica della destra milanese, già dirigente del MSI, di AN ed ora dei Seniores del PDL), l’Ing. Michele Puccinelli (Coordinatore del Movimento Destrafuturo – La nostra Destra nel PDL), l’On. Massimo Corsaro (vice-Capogruppo del Popolo della Libertà alla Camera dei Deputati), il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, il Ministro della Difesa, On. Ignazio La Russa. Alla manifestazione sono giunti diversi saluti ufficiali e telegrammi, fra i quali, quello di S.A.R. Vittorio Emanule, Duca di Savoia e Principe di Napoli, Capo di Casa Savoia, letto da Stefano Di Martino, quello del Comandante Mario Bordogna (Presidente Nazionale dei Combattenti della X MAS) e quello del Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni, Presidente del Centro Studi Storici e Politici Intenazionali Patria e Libertà.

In sala erano presenti i vertici lombardi delle Forze Armate italiane con il Generale Camillo De Milano, Comandante del Presidio Militare di Milano, il Generale Arnaldo Cassano, vice Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro, il Comandante della Voloire di Milano, il Generale Fantasia, Decorati al Valor Militare, Ufficiali, Sottoufficiali, Soldati, Cadetti della Scuola Militare Teuliè di Milano e Crocerossine in Divisa, AssoArma e praticamente tutte le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, una Delegazione dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, partigiani bianchi (cattolici e monarchici) insieme a reduci della Repubblica Sociale Italiana. Finalmente tutti insieme nel nome della Patria e della Bandiera Tricolore, simbolo della unità nazionale.

Presenti anche numerosi esponenti della cultura, dirigenti e militanti politici, fra i quali: la Gran Dama Silvana Fiolini Alessio, il Nob. Cav. Sandro Pierato (Membro della Consulta dei Senatori del Regno), Carlo Brignolo Gorla, Flavio Nucci, Enrico Verga e Dario Vermi di Destrafuturo, Franco Polver (Presidente del Comitato Milano Capitale d’Europa), il Prof. Antonio La Bollita, Mario Mazzocchi Palmieri (Dirigente del Comitato Destra per Milano - LiberaMente nel PDL) e Francesco Sciscio, candidati rispettivamente in zona 8, 7 e 2 di Milano, in abbinamento a Stefano Di Martino che si ricandida in Comune, questa volta, per fare l’Assessore.

Il Tenente Paracadutista Roberto Nera, dopo avere salutato il S.Te. Peroncini (novantenne reduce di El Alamein, presente in sala) ha mostrato un commuovente filmato sui nostri soldati in missione in Afganistan. Il novantenne Pasquale Cioffi, pluridecorato Volontario prima in Russia e poi nella RSI, Presidente della Associazione Arma di Cavalleria, ha ufficialmente consegnato alla Città di Milano, la gloriosa bandiera del Savoia Cavalleria, ricordano come i discendenti di questo corpo glorioso siano oggi impegnati, proprio a Milano, in sostegno alle Forze di Polizia, a garantire la sicurezza dei milanesi. Successivamente, anche l’Associazione Arma Artiglieria ha consegnato una targa ricordo al Sindaco di Milano

Presenze simboliche assai significative, nel 150° Anniversario della Unità Nazionale, quelle dei Comitati Tricolori Italiani nel Mondo, degli Esuli delle Terre Irredente di Istria-Fiume-Dalmazia, di ebrei italiani di origine libica, di discendenti di Ascari ed Ufficiali del Regno Italiano di Albania, e dei nipoti degli eroi della Prima Guerra Mondiale, Ammiraglio Paolo Tahon de Revel e Generale Diaz della Vittoria.

Dopo la conferenza, alla presenza della Banda Musicale che ha suonato inni patriottici (Inno di Mameli, Marcia Reale ed Inno del Piave) sono state deposte tre corone di alloro alle lapidi di Palazzo Marino che ricordano la Vittoria della Grande Guerra. Poi si è formato un corteo patriottico che ha sfilato, da Piazza della Scala, attraversando la Galleria Vittorio Emanuele, raggiungendo, fra ali festanti di milanesi e turisti incuriositi, Piazza del Duomo dove, dopo aver suonato il silenzio di ordinanza in Onore di tutti i Caduti, è stata depositata una corona di alloro al monumento a Vittorio Emanuele II, Padre della Patria e primo Re d’Italia.

Che emozione vedere sfilare decine di insegne militari e, per la prima volta, insieme: la bandiera sabauda (con scudo e corona) della Guardie d’Onore al Pantheon e quella della RSI (con aquila e fascio), la bandiera degli Arditi (nera con il gladio oro) con il labaro della Decima Flottiglia Mas del Comandante Principe Junio Valerio Borghese. Infatti, alla manifestazione erano presenti anche: la storica Associazione Nazionale Arditi d’Italia – ANAI (con il suo Presidente Nazionale, Pierpaolo Silvestri, e Lino Menghini), l’Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana – UNCRSI (con il presidente Armando Santoro, Volontario della Legione Autonoma Ettore Muti, ed il presidente onorario Dario Buzzi), le Ausiliarie della Associazione Culturale Servizio Ausiliario Femminile (le prime donne soldato in Italia), l'Associazione San Marco ed una folta delegazione della Associazione Combattenti della gloriosa X MAS, rappresentata, oltre che daL vice Presidente Nazionale, Sergio Pogliani, da ben tre reduci di guerra, applauditissimi dai milanesi: la Medaglia d’Argento al Valore Militare, Sottocapo Giancarlo Panichini dei Mezzi di Assalto, i Marò Iwan Bianchini (encomio solenne per la battaglia di Tarnova) e Vincenzo Oliveti dei Nuotatori Paracadutisti.

“Mi auguro che le celebrazioni dei 150 anni possano aiutare il processo di pacificazione nazionale. Percorso non facile, perché ci sono ferite ancora aperte e chi ha combattuto su fronti opposti fatica ancora a vedere nell’altro un compatriota. Credo che questo sia anche il significato del messaggio del Presidente Napolitano, vedere nei valori della Italia unita, la nostra storia e la nostra identità, nel rispetto di tutti coloro che si sono sacrificati per gli ideali di libertà ed indipendenza” questa l’importante dichiarazione del Sindaco Letizia Moratti.

“Dopo queste celebrazioni, coloro che hanno sempre cercato di dividere l’Italia in due, tra buoni e cattivi, non potranno più fare a meno di pensare che c’è un’unica storia italiana, con momenti belli e con momenti brutti. Noi lo abbiamo sempre sostenuto e, quando vedi la tua verità sulle labbra del tuo avversario, devi gioire, perché questo è il segno della vittoria. Come ci ha insegnato un grande italiano (Giorgio Almirante)” ha ribadito il Ministro Ignazio La Russa.

“Mi dispiace per le polemiche di alcuni giornali e per le strumentalizzazioni elettorali della sinistra sulla presenza del labaro della X MAS, associazione alla quale sono onorato di appartenere come socio simpatizzante. Ribadisco che la manifestazione di sabato non è stata affatto una provocazione ma un gesto di autentica riconciliazione nazionale fra veri patrioti che hanno combattuto, in divisa e con onore, su fronti diversi, durante la guerra civile che ha sconvolto e diviso gli italiani dal 1943 al 1945 ed oltre. Il Sindaco Moratti e il Ministro La Russa, con la loro presenza e le loro dichiarazioni, hanno perfettamente compreso lo spirito patriottico della iniziativa, alla quale hanno partecipato, fianco a fianco, ex combattenti del Regno d’Italia e della Repubblica Sociale Italiana.” Ha dichiarato Roberto Jonghi Lavarini, Presidente del Comitato Destra per Milano (LiberaMente nel PDL) e probabile candidato alla Presidenza di Zona 1 del Comune di Milano, come confermato anche dall’On. Massimo Corsaro.

N.B. (per politici faziosi e giornalisti ignoranti): La Marina Anti Sommergibili è stata fondata nel 1915 e vanta ben 32 Medaglie d'Oro al Valor Militare. L'Associazione Combattenti X MAS è regolarmente riconosciuta dalla Repubblica Italiana, in quanto facente parte della Associazione Nazionale Marinai d'Italia. Per questo, il labaro della X MAS ha sfilato anche al Raduno Nazionale di Reggio Calabria ed i reduci sopracitati sono stati ufficialmente invitati come relatori al Collegio Navale Morosini di Venezia. Il Corpo degli Arditi, eroica e pluridecorata formazione di volontari della Grande Guerra, è stato invece fondata nel 1917 e vanta ben 242 Medaglie d'Oro al Valor Militare. L'Associazione Nazionale Arditi d'Italia (ANAI) è stata fondata nel 1920 e, anche dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha sempre partecipato alle manifestazioni militari e patriottiche, venendo riconosciuta, di fatto, dal Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga.

mercoledì 16 marzo 2011

150° Anniversario della Unità Nazionale



Stefano Di Martino

vice Presidente del Consiglio Comunale di Milano



VI invita al Convegno:

“150° dell’Unità d’Italia dal Risorgimento alle Missioni di Pace”



Palazzo Marino, Sala Alessi

19 marzo 2011 ore 9.30.



Interventi:

Federico Pizzi storico e presidente Ragazzi del 99: Casa Savoia e il Risorgimento

Marco Valle giornalista e consulente del Ministro della Difesa: la Nazione Armata

Dario Macchi giornalista e paracadutista della Folgore: dal El Alamein alle Missioni di Pace

Prof. Massimo de Leonardis professore ordinario di storia delle Relazioni Internazionali: l’Italia nella NATO




Saluti:

On. Massimo Corsaro vicepresidente gruppo PDL Camera dei Deputati

On. Ignazio La Russa Ministro della Difesa

Letizia Moratti Sindaco di Milano

Carlo Brignolo Gorla e Michele Puccinelli, Portavoce e Coordinatore del Movimento Destrafuturo



In nome della unità e pacificazione nazionale, saranno ufficialmente presenti tutte le Associazioni Combattentistiche, d’Arma e Patriottiche, con labari e bandiere, comprese, per la prima volta, dato storico importantissimo: l'antico Istituto Nazionale della Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Panteon, Pierpaolo Silvestri e Aldo Arcari della gloriosoa Associazione Nazionale Arditi d'Italia (ANAI), Armando Santoro e Dario Buzzi della Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana (UNC-RSI), il Comandante Mario Bordogna e Sergio Pogliaghi della Associazione Combattenti della Decima Flottiglia Mas e l'Ausiliaria Velia Mirri della Associazione Culturale Servizio Ausiliario Femminile della RSI. A conclusione del Convegno verranno consegnate, al Sindaco di Milano, dall’Associazione Arma di Cavalleria, una bandiera del Reggimento Savoia Cavalleria della Guerra di Russia e dall’Associazione Artiglieri di Milano, una targa ricordo per i cento anni di presenza in città. Verranno inoltre deposte tre corone d’alloro alla Lapide della Medaglia d’Oro alla città di Milano, alla Lapide del Bollettino della Vittoria in Piazza della Scala e al Monumento al Primo Re d’Italia, Sua Maestà Vittorio Emanuele II di Savoia, in Piazza del Duomo.



Info: robertojonghi@gmail.com - 346.7893810

mercoledì 16 febbraio 2011

UNC - RSI



Il Presidente Provinciale di Milano della Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana, Camerata Armando Santoro, già Volontario nella R.S.I., prima nelle Fiamme Bianche e poi nella Legione Autonoma Ettore Muti, ha consegnato al Presidente del Comitato Destra per Milano, Roberto Jonghi Lavarini, la tessera onoraria a vita di Continuità Ideale, per meriti patriottici.

mercoledì 26 gennaio 2011

Intervista a Roberto Jonghi Lavarini



ITALIAinFORMA intervista Roberto Jonghi Lavarini
25 gennaio 2011

Molti osservatori della politica italiana hanno segnalato la crescente presenza di estremisti di destra nel PDL, in particolare a Roma con il sindaco Alemanno e a Milano con il Ministro La Russa. L'autorevole quotidiano Repubblica ha più volte citato come esempio il trentottenne milanese Roberto Jonghi Lavarini, già fondatore del circolo neofascista Cuore Nero che, contattato dalla nostra agenzia stampa indipendente, ha subito acconsentito di rispondere alle nostre domande.

D
Buongiorno, parlo con il "barone nero" di Urnavas?

R
Certo - risponde al telefono, ridendo -, a prescindere dalle origini della mia famiglia, a questo soprannome sono oramai abituato ed affezionato, me lo diede, alla fine degli anni ’80, Gianni Stornaiuolo (ora consigliere provinciale del PDL), come provocazione contro il vero barone nero della destra milanese, l'on. Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse. Aggiungo che questo soprannome ben si addice alla mia concezione spirituale e tradizionale (cavalleresca, aristocratica ed imperiale) del mondo, della vita e del mio impegno politico.

D
Da Predappio ad Arcore, ci spieghi questa svolta sua e di tanti suoi camerati.

R
La verità è che Predappio sarò andato una quarantina di volte, mentre ad Arcore una sola... Scherzi a parte, per me si tratta di un percorso assolutamente lineare e coerente: ho sempre creduto in una grande destra nazionalpopolare, di lotta e di governo, fin da quando, quattordicenne, mi iscrissi al MSI di Almirante e Romualdi. Personalmente sono sempre stato un camerata molto aperto, direi ecumenico, ed ho sempre frequentato tutti i diversi ambienti della destra e non solo, tanto da essere sempre stato considerato: troppo estremista dai moderati e troppo moderato dagli estremisti. In realtà sono semplicemente me stesso: libero, curioso, intraprendente ma anche guascone e goliarda. Pensi che sono stato fra i promotori di AN a Milano: per me si trattava di modernizzare ed allargare lo zoccolo duro missino alla destra diffusa, alla maggioranza silenziosa degli italiani.

D
Si, ma, subito dopo, è passato con il vecchio Rauti nella Fiamma Tricolore ed ha incominciato a sparare contro Fini.

R
Sono passati dodici anni, comunque, quello che dice è vero: sono stato fra i primi, già nel 1999, a capire che razza di infame traditore, falso ed inaffidabile, senza idee e senza dignità, fosse Fini. Allora, rinunciando ad una sicura e brillante carriera politica (ero il più giovane presidente di zona di Milano, ed il primo di destra), ho fatto una coraggiosa scelta ideale, di onore ed amore. Poi, per ben dieci anni, ho inutilmente provato a costruire una seria alternativa elettorale a destra di AN (nel 1999 presi 1,9% come candidato alla presidenza della provincia di Milano) ma l'area, invece di unirsi, ha continuato, in maniera tragicomica, a frammentarsi fino a scomparire completamente dalla scena politica. Oramai, con i gruppuscoli della "destra terminale" (azzeccata definizione di Gabriele Adinolfi), senza rancore, ho definitivamente chiuso.

D
Lei ha anche fondato il circolo neofascista Cuore Nero, insieme a skin, ultras e pregiudicati.

R
La sua non è una domanda ma una voluta provocazione che come risposta meriterebbe due schiaffi, ma siamo al telefono... - risponde ironico ma seccato - Cuore Nero è stato il primo centro sociale di destra a Milano, assolutamente trasversale ed apartitico, fondato dal mio vulcanico amico Alessandro Todisco. Io ho semplicemente partecipato a quella avventura, come tanti altri camerati, di varia provenienza. Si tratta di una esperienza conclusa, breve ma intensa, culturalmente vivace e feconda, che ha riunito e formato centinaia di giovani.

D
Ed i suoi tanto citati contatti con le destre germaniche, la fondazione Pinochet ed i razzisti bianchi boeri? Non vorrà schiaffeggiarmi anche per questa domanda...

R
Niente schiaffi stavolta... Lei si riferisce alla fine della guerra fredda, a prima che cadesse il muro di Berlino. Si tratta di un passato remoto che non rinnego affatto. Allora frequentavo l'on. Franco Petronio, vice capogruppo delle destre europee al parlamento europeo, e tramite lui, intrattenevo delle normali PR con tutti i buoni patrioti anticomunisti. Oltre a quelli che ha citato, ne potrei aggiungere tanti altri, fra questi il Fronte Nazionale francese di Jean Mary Le Pen, quello spagnolo di Blas Pinar, la Falange cristiano maronita libanese ed il Movimento Nazionalista cileno Patria y Libertad - pausa poi sogghigna - gente seria quest'ultima...

D
Ma con questo suo bel curriculum da estremista di destra come si trova nel PDL con Bondi e Cicchitto?

R
Benissimo. Il PDL non è certamente il MSI e nemmeno AN ma i tempi sono decisamente cambiati e sicuramente si tratta di un grande partito, nazionale e popolare, di centro-destra. Si tratta di un nuovo strumento per fare politica, di un moderno partito post-ideologico a vocazione maggioritaria, con un capo carismatico ed un preciso programma politico, di governo e di riforme. Nel PDL c'è spazio per tutte le migliori tradizioni politiche non di sinistra: cattolici popolari, socialisti nazionali, liberali conservatori ed anche per la destra. Ognuno ha la sua storia, la sua cultura e la sua identità che nessuno ti chiede di rinnegare. Ad esempio, è noto il mio giudizio storico, complessivamente assai positivo, sul fascismo; chiaramente non è condiviso da tutti gli amici del PDL ma tutti mi rispettano come io rispetto loro e le loro idee. Il PDL è un vero partito democratico dove ci si confronta liberamente su tutto, senza pregiudizi, poi si trova una sintesi condivisa o, a maggioranza, vengono prese delle decisioni che tutti devono rispettare. Ripeto e confermo, io, uomo di destra, nel PDL mi trovo benissimo!

D
Prima di pubblicare l’intervista, è scoppiato lo scandalo Ruby. Lei, insieme a Sara Giudice, è uno dei promotori della raccolta firme per le dimissioni di Nicole Minetti dal Consiglio Regionale della Lombardia, ci spieghi la sua presa di posizione.

R
Abbiamo già raccolto oltre seimila adesioni alla nostra iniziativa. Non si tratta di una polemica personale, tantomeno di fare dell’ipocrita moralismo. Noi poniamo una questione politica, di merito, sulla selezione della classe dirigente. Chiediamo che ci siano delle regole chiare, rigorose e condivise, di partecipazione, trasparenza e meritocrazia su nomine e candidature. Non ci interessano affatto le vicende private di Berlusconi: secondo noi non è stato commesso alcun reato e si tratta di una chiara strumentalizzazione politica di alcuni magistrati (toghe rosse) militanti della sinistra comunista e giacobina.

D
Cambiamo argomento. Chi sono, secondo lei, i politici che meglio rappresentano oggi la destra in Italia?

R
Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, Francesco Storace e Teodoro Buontempo, Daniela Santanchè e Vittorio Sgarbi ma anche Mario Borghezio e Giancarlo Gentilini, ognuno a suo modo, con la propria storia ed il proprio stile. Gli intellettuali Franco Cardini e Vittorio Messori, Marcello Veneziani e Pietrangelo Buttafuoco, ma anche i battaglieri direttori Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro. Ma oltre ai nomi noti che ho citato ve ne sono centinaia di altri, perlomeno altrettanto impegnati e meritevoli, fra i quali voglio citare ad esempio: Fernando Crociani Baglioni (presidente del Centro Studi Patria e Libertà di Roma), Guido Giraudo (presidente della Associazione Culturale Lorien di Monza) e Giuseppe Manzoni di Chiosca (presidente del Centro Studi Europa 2000 di Milano). Poi vi sono tantissimi dirigenti locali, come, ad esempio, i milanesi: Massimo Corsaro (deputato e vice coordinatore del PDL in Lombardia), Alfredo Mantica (senatore e sottosegretario agli esteri), Roberta Capotosti (battagliera consigliera provinciale) e Stefano Di Martino (storico rappresentante della destra in comune). Tutti uomini liberi, alfieri della "rivoluzione conservatrice", che, rappresentano realtà militanti che, come me, combattono in difesa della nostra civiltà europea, occidentale e cristiana.

D
Non solo PDL dunque?

R
Certamente, la destra si riconosce trasversalmente nella coalizione PDL-Lega che rappresenta sia l'attaccamento alla tradizione, valori ed identità, che la voglia di rinnovamento politico: meritocrazia, presidenzialismo e federalismo. Aggiungo, da lombardo, che come successore di Berlusconi, a capo di un futuro governo di centrodestra, oltre ai bravissimi Roberto Formigoni e Giulio Tremonti, non mi dispiacerebbe il leghista Roberto Maroni.

D
In conclusione: vicino al busto del duce non avrà mica aggiunto una foto di Berlusconi?

R
Non mescoliamo il sacro con il profano. Si tratta sicuramente di due capi carismatici ma Mussolini è stato un vero rivoluzionario ed un vero statista, mentre Berlusconi, almeno per ora, ha semplicemente dimostrato di essere un bravo imprenditore ed un buon politico. In conclusione: a casa mia, in sala, sotto al santissimo crocefisso, domina solo il busto del Duce che mi è stato donato, in occasione del mio matrimonio, dall'amico Beinizzi Ferrini di Predappio. La foto di Berlusconi, ritratto però in mezzo alla mia mamma ed al mio papà, è esposta più discretamente in libreria. Insomma i valori di sempre: Dio, Patria e Famiglia.

http://www.italiainforma.it/
Le notizie più curiose e interessanti dal Web

giovedì 20 gennaio 2011

PATRIA e LIBERTA'



Organigramma Aggiornato (gennaio 2011)


Centro Studi Storici e Politici Internazionali
PATRIA E LIBERTA'

----------------------------------------------

Presidente Nazionale:

Crociani Baglioni Conte Cav.Gran Croce Prof. Fernando

Direttivo Nazionale:

Cacciola Gr.Uff. Prof. Biagio
Capece Minutolo di Canosa Principessa Dott. Donna Irma
Jonghi Lavarini Nob. Comm. Dott. Roberto dei Baroni di Urnavas
Manusardi Comm. Dott. Renato
Nazzaro Azzolino Nob. Dama di Comm. Dott. Francesca
Roli Gr.Uff. Dott. Arch. Prof. Ernesto

Consiglio Nazionale:

Antonelli Comm.Giuseppe
Arduini Cav.Uff. Sergio
Bianchi Crema Nob. Prof. Massimiliano
Bresolini d’Eibenstein N.H. Pierfrancesco
Capra Rev. Don Ettore
Ciotti Cav.Uff. Emiliano
Colloredo Mels Conte Prof. Pierluigi
Comneno d’Otranto di Biasanzio Principessa Donna Silvia
Dabusti Prof. Maria Grazia
D’Aloisio Comm. Avv. Roberto
Ehrler Comm. Biagio
Feo Filangeri Principessa Donna Beatrice
Ghezzi Dama di Comm. Antonella
Gigli Dama Roberta
Gigli Gr.Uff. Dott. Roberto
Giglio Dama di Comm. Prof. Maria Rita
Giubilei N.D. Dott. Katiuscia
Landolfi Gr.Uff. Avv. Pasquale
Lembo Avv. Maria Sabina
Marchetti Comm. Giuliano
Marotta Cav. Francesco Filippo
Narodetzki Dott. Aleksandra
Paduano Comm. Luciano
Pavesi Rev.do Don Vilmar
Petrungaro Ten.Col Gr.Uff. Dott. Angelo
Pulvano Guelfi Nob. Prof. Massimiliano
Quilici Cav. Dott. Lorenzo
Ruggierro Comm. Maurizio
Santagostino Angelo
Tripcovich Hollemaier de Banfield Barone Annibale